Punta del nostro stivale, la Calabria è una regione del’Italia Meridionale. A nord confina con la Basilicata, di cui vi abbiamo parlato il mese scorso, e a sud ovest un braccio di mare la separa dalla Sicilia. Bagnata a est dal Mar Ionio e ad ovest dal mar Tirreno, La Calabria si caratterizza per la grande diversità dei paesaggi e per la vicinanza delle sue montagne al suo mare che alterna bellissime spiagge e scogliere. I principali fiumi sono: Lao, Cascile, Esaro, Crati, Trianto, Neto, Amato, Mesima. I Principali laghi sono: Cecita e Arvo. I principali golfi sono: Squillace, Gioia, Eufemia, Policastro, Sibari. Il principale stretto è quello di Messina. Le principali montagne sono: Corigliano Calabro, Sila Greca, Appennino Calabro e Aspromonte. Il clima è Mediterraneo.

La Calabria, l’antica e gloriosa Magna Grecia, culla della civiltà italica, con il suo ricco patrimonio storico, culturale ed etnico, offre attrazioni naturali, arte, avventura, folclore e gastronomia. È una terra ricca di storia che vanta un grande patrimonio culturale. Ed è proprio da qui che abbiamo preso ispirazione per scegliere il colore da abbinare a questa regione: abbiamo scelto il verde petrolio dei suoi maestosi Bronzi di Riace. La storia dei due Bronzi inizia il 16 Agosto del 1972, quando un giovane sub, Stefano Mariottini,  presso la località Porto Forticchio di Riace Marina, trovò due statue in bronzo a circa 300 m dalla costa. Dopo il recupero, effettuato dal nucleo sommozzatori dei carabinieri il 21 e il 22 agosto, le statue vennero portate e restaurate a Firenze tra il 1975 e il 1980. Il restauro fu successivamente portato avanti dal laboratorio del Museo di Reggio negli anni 1992-1995. I lavori furono conclusi tra gli anni 2010 e 2013 presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria, a Palazzo Campanella. Le due statue, denominate “A” e “B”, e ribattezzate a Reggio come “il giovane” e “il vecchio”, sono alte rispettivamente 1,98 e 1,97 m, e il loro peso, originariamente di 400 kg.

La prima raffigura un uomo giovane e forte, completamente nudo e in posizione stante. La seconda è di un solo centimetro più bassa della prima, ma la struttura e la posizione del corpo ricalcano perfettamente quelle della prima statua. Le due statue sono state realizzate utilizzando la stessa identica tecnica e rappresentano uno dei momenti più alti della produzione scultorea di tutti i tempi e il più importante rinvenimento archeologico dell’ultimo secolo, anche se, ancora oggi, sono avvolti in un mistero nebbioso. Probabilmente, l’unica domanda a cui possiamo dare risposta, riguarda la loro provenienza. Durante l’ultimo restauro, eseguito a Roma, è stata rimossa e analizzata la terra di fusione. È stato appurato che la terra proviene da Argo e quindi è lì che le statue sono state realizzate. Si ipotizza che i Bronzi di Riace, fossero stati gettati in mare per alleggerire il carico della nave che li trasportava o che l’imbarcazione stessa fosse affondata. Il motivo del viaggio, ovviamente, non lo conosciamo. Tra le varie supposizione ce n’è una più plausibile delle altre: le due statue sarebbero state tolte dalla loro collocazione originaria per essere trasportate a Roma, come altre migliaia di altre opere nel corso del I secolo a. C.

 

 

 

Commenti

commenti