Con l’inizio di un nuovo mese, torna il nostro consueto appuntamento con la rubrica dedicata alle professioni che ruotano intorno al variegato mondo dei colorifici italiani. Oggi abbiamo deciso di parlare con Fabio Avoni, responsabile commerciale.

Qual è stato il tuo percorso di studi?

Dopo aver ottenuto il diploma di perito chimico presso l’istituto Enrico Fermi di Modena mi sono laureato in corso, seguendo il percorso completo dei 5 anni in ingegneria dei materiali presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, con specializzazione in materiali ceramici e seguente superamento dell’esame di stato nel ramo dell’ingegneria industriale.

Come sei arrivato a svolgere il ruolo che attualmente ricopri?

La posizione che ricopro attualmente è il frutto di un’esperienza maturata fra i laboratori delle aziende del settore per cui ho avuto l’onore di lavorare, ma soprattutto maturata dai clienti. E’ nel campo ceramico dove quanto ho studiato e imparato nei laboratori sono riuscito a concretizzarlo. Applicando e vedendo realmente quello che accade nel quotidiano nelle linee produttive ceramiche, realtà che non sempre collima con quanto si è sperimentato/studiato. Sia in Italia e sia all’estero, passaggio per la mia crescita certamente fondamentale, In tutti i principali cluster ceramici del mondo. Grazie a Colorobbia che ha creduto ed investito continuamente nella mia formazione professionale, facendomi lavorare sia nell’assistenza tecnica tradizionale ed inkjet sia nella ricerca e sviluppo inkjet sia nell’area commerciale, sono arrivato al ruolo attuale.

Di che cosa ti occupi?

Al momento mi occupo della direzione commerciale del mercato Italia e USA oltre alla direzione dello stabilimento di via Bucciardi a Fiorano Modenese. Stabilimento nel quale è accentrato il servizio tecnico e commerciale per i mercati che seguiamo. Ma soprattutto dove di recente è stato fatto un importante investimento al fine di rinnovare un centro tecnologico che ora ci pone come assoluto riferimento in Italia per quanto riguarda questo tipo di servizio verso la clientela di tutto il mondo e le nostre consociate world-wide. Grazie alle tecnologie maggiormente up to date che abbiamo installato internamente possiamo fornire un’ampia gamma di proposte di prototipazione e di esperienze semi industriali.

Ci descrivi brevemente che cosa fai quotidianamente nel tuo ruolo?

Nel quotidiano cerco di dare il miglior appoggio possibile all’area commerciale con un’attenta pianificazione delle strategie ed attivandomi puntualmente solo nelle situazioni più delicate (è giusto per il resto che i commerciali siano responsabilizzati ed autonomi giorno per giorno). Cerco poi di organizzare al meglio tutto quanto è attinente allo stabilimento ed al nuovo centro tecnologico. Attraverso una gestione attenta mirando all’ottimizzazione delle risorse affinché si ottenga la miglior efficienza possibile in ogni reparto. Per migliorare in primis il servizio verso il mercato.

Quale posizione occupi nella “catena di montaggio”?

Penso che la figura del responsabile sia una figura che deve essere a servizio di tutte le persone sulle quali ha responsabilità. Di conseguenza, aldilà della responsabilità che ho nel dover prendere decisioni per il bene dell’azienda che rappresento, sento di collocarmi nella parte bassa della “piramide”. Il mio obiettivo non è quello di essere riconosciuto, per la realtà in cui opero, come “capo” quindi come vertice della piramide ma come leader che indica la strada a tutti i suoi collaboratori. Mettendomi al loro servizio. Collaboratori che cerco di far sentire parte del team e con i quali condivido gli obiettivi, che senza di loro certamente non si possono raggiungere. Identificando bene tutti i ruoli e le competenze senza dimenticare però quanto sia fondamentale dare un esempio quotidiano e tangibile. Nella posizione che cerco di occupare mi pongo inoltre il quotidiano obiettivo di identificare i problemi e la loro possibile soluzione, senza cercare il colpevole. Ma la soluzione, ascoltando tutte le posizioni della “catena” e mettendomi al loro servizio per attuare al meglio.

Quali sono i pro e i contro della tua professione?

I pro sono per me semplici ma ugualmente profondi: rappresentare un’azienda di sani e veri principi (oltreché chiaramente leader mondiale nel suo settore) come Colorobbia, lavorare in un grande team, raccogliere nel tempo quello che la mia famiglia ha sacrificato per una vita intera per poter mandarmi all’università, fare quello che mi piace e provare tramite tale lavoro a dare un futuro ai miei figli. Di contro non ce ne sono, se ce ne fossero vorrebbe dire che non sono nel posto/ruolo giusto.

Perché consiglieresti questo lavoro alle giovani generazioni?

Perché siamo in un settore che è la “culla” mondiale di questo business e perché siamo in un momento dove le giovani generazioni sono fondamentali per poter rilanciarci nel mondo. La perdita di competitività del made in Italy, rispetto ad altri rispettabili player mondiali, passa anche dalla mancanza di nuova linfa a livello risorse umane. Abbiamo bisogno di giovani formati ad hoc per questo settore. Settore che certamente, se si segue una strada formativa corretta, saprà riprendersi. Credo che il vero fattore competitivo che fa la vera differenza è sempre la risorsa umana.

In una frase, l’emozione che ti dà il tuo lavoro.

Questo lavoro mi trasmette tanta responsabilità ed alimenta tanta “fame”, volontà di fare, di migliorare continuamente me ma soprattutto il team che deve essere sempre animato da un intenso senso di appartenenza e di competizione.

 

 

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