Ginevra Bitossi, oggi Art Director delle due realtà dell’omonimo brand, Home e Ceramiche, inizia il suo percorso di studi all’Istituto Marangoni di Milano, spostandosi poi alla Central Saint Martin di Londra, dove capì che il suo futuro sarebbe iniziato all’interno dell’azienda di famiglia. La volontà era proprio quella di rendere alternativa la ceramica!

Il suo obiettivo era quello di trasformare il brand, tenendo vivo quel filo conduttore che accomuna ogni parte dell’azienda, ma rendendo evidente la volontà di dare una svolta sia ai prodotti che ai designer. Ginevra si è impegnata per dare forma a una realtà dove tutte le parti collaborino a stretto contatto. Perché? Per fare in modo che il prodotto finale risulti al massimo della sua qualità.

L’azienda

Bitossi Home è stata inaugurata a giugno del 2022, in uno spazio abbastanza centrale, con due vetrine su strada. Non si tratta di uno showroom, ma di un luogo dove poter stringere relazioni con la community, un luogo in cui si creano sinergie e progetti nuovi. “Speriamo che questo store sia il primo passo di un percorso che ci condurrà anche all’estero, magari in una formula ancora diversa». Racconta Ginevra Bitossi.

I punti di forza sono due: il ricordo delle proprie origini, ripescando pezzi storici di ceramica dall’archivio che offrono innumerevoli spunti per le nuove creazioni; l’innovazione che non significa creare un prodotto da zero, ma fissare invece un punto di partenza per potersi confrontare con l’esperienza e la conoscenza passata.

Un’altra novità di Bitossi Home è quella di aver deciso, dopo il disagio dovuto alla pandemia, di aggiungere una sezione “Noleggio” sul sito ufficiale. Lo scopo era quello di permettere alle persone di mangiare a casa ma in modo alternativo, diverso e soprattutto divertendosi.
Le modalità di noleggio sono poi specificate nella sezione apposita ma, si possono tenere per 3/6 giorni e usufruire della loro originalità per stupire i propri ospiti!

A noi piace molto questa realtà, e a te?

Credits: Living Corriere
Credits photo: Fondazione Vittoriano Bitossi

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