Il 14 aprile 1909, in occasione dell’apertura del Salon de Paris, viene presentato al grande pubblico “La jeune femme au levrier” di Giovanni Boldini. È una consacrazione per l’artista, ferrarese di nascita ma parigino d’adozione.
La magia del colore
La pennellata rapida e vigorosa, l’attenzione ai dettagli, l’eleganza dello stile, riflettono tutto l’estro di un’artista emblematico. L’uso che Boldini fa dei pigmenti è del tutto innovativo, e anticiperà quella che è conosciuta come “rivoluzione del colore”. L’artista è abile nello spaziare tra le più disparate tecniche: pittura ad olio, carboncino, acquerello, pastello sono solo alcuni degli strumenti che Boldini usa per trasferire il colore sulla tela.
É capace di sottrarre le sue muse alla quotidianità ordinaria alla quale erano state relegate dalla pittura realista, trasformandole in divinità terrene, vestite di tinte cangianti e segni di pittura indefiniti. Riesce a rappresentare e cogliere tutte le sfumature cromatiche che l’umanità di una Parigi opulenta, investita dall’ebrezza dello sviluppo economico e sociale, gli trasmette, imprimendo sulla carta tutta la magia del colore. Giovanni Boldini è tutto questo, e anche un po’ di più.
Riscoprire Giovanni Boldini
A celebrare questo grande maestro, nel novantesimo anno dalla morte, è la mostra a lui intitolata: “Giovanni Boldini. Il genio della linea, la magia del colore”. Curata da Chiara Vorrasi, prodotta e organizzata dalla Fondazione Molise Cultura e MetaMorfosi Eventi, e ospitata al Palazzo Gil di Campobasso. L’esposizione si ripromette di incarnare a pieno il messaggio Boldiniano e lo spirito della Belle Époque.
Il percorso espositivo è composto da sei sezioni tematiche. Raccolgono al loro interno 51 opere, in gran parte provenienti dal Museo Giovanni Boldini di Ferrara. Dipinti e disegni, pastelli e acquerelli, ma anche oggetti personali e strumenti di lavoro, che ci permettono di apprezzare fino in fondo il profondo legame tra il pittore e il colore e restituiscono il ritratto completo di una personalità sfaccettata, considerata universalmente una delle menti artistiche da cui ha preso avvio la modernità pittorica.
Il presidente della Regione Molise, Donato Toma, ha accolto con entusiasmo l’iniziativa e ha subito manifestato interesse per la straordinaria collezione del maestro ferrarese, «La mostra di Boldini sulla Belle Époque», sottolinea Toma, «coglie le diverse sfaccettature di un artista caduto per alcuni anni nell’oblio, ma che bene incarna il fervore di un’età e l’entusiasmo di una fase di trasformazione profonda della società. Trasformazione di cui possiamo parlare, benché in modi e con caratteristiche diverse, anche riguardo all’attuale momento storico».
Credits: Fondazione Molise Cultura
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