Basta sentirla nominare per ascoltare l’eco di mille sapori e di una storia piena di fascino e cultura. Oggi parliamo della Sicilia, magnifica terra al centro del Mediterraneo, isola tra cielo e mare separata dalla terraferma dallo Stretto di Messina, bagnata dallo Ionio, dal Tirreno e dal Mediterraneo, che ha saputo accogliere lungo il corso della sua storia grandi civiltà come Fenici, Greci, Arabi e Normanni, lasciandosi contaminare e arricchendo la propria ineguagliabile bellezza. Paesaggi stupendi si intrecciano con alberi, fiumi, sabbia finissima, scogli selvaggi, calette deserte e spiagge nascoste, e temperature in grado di creare un microclima perfetto per la coltivazione.

Fanno parte del territorio regionale anche gli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi, delle Pelagie e delle isole di Ustica e Pantelleria. Conta ben 17 spiagge riconosciute con la Bandiera Blu e 6 siti entrati a far parte della lista “Patrimonio dell’umanità UNESCO”. Due sono i vulcani che sovrastano l’isola: lo Stromboli e l’Etna, il più grande vulcano attivo d’Europa. Con un diametro di oltre 40 Km e un perimetro di base di circa 135 km, occupa una superficie di 1265 km². Sorge sulla costa orientale dell’isola, a sud-ovest dei Monti Peloritani e a sud-est dei Monti Nebrodi, entro il territorio della città di Catania. Le sue frequenti eruzioni nel corso del tempo hanno modificato il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi.

Ma tra tanti sapori e odori, quale colore rappresentare nel modo migliore la Sicilia? Abbiamo scelto l’arancione per rendere omaggio agli agrumi della sua terra. La coltivazione degli agrumi in Sicilia è una delle attività più importanti dal punto di vista economico e l’ importanza è certamente legata alle arance di Ribera DOP e a quella delle arance rosse IGP. Gli agrumi arrivarono in Italia grazie all’espansione araba, superando i confini asiatici. La Sicilia, tra il XVIII e il IX secolo, ha assunto un ruolo strategico per la coltivazione, ma anche per la loro commercializzazione, diventando così un punto di riferimento mondiale per la produzione delle arance.

Il loro colore caratteristico è anche il loro segreto. Perché hanno questo magnifico colore? Si differenziano dalle altre per il fatto di essere influenzate dai fattori climatici: clima secco con elevata escursione termica durante la notte. Questa condizione è necessaria per far sì che le arance rosse sviluppino le antocianine. Il loro profumo è unico, inconfondibile, e senza ombra di dubbio è simbolo di quest’isola che in cucina riesce a mescolarlo ad altri sapori e odori. Tipiche sono le bucce d’arance condite e l’insalata di arance. si consumano non solo fresche, ma anche trasformate in succhi, spicchi, conserve, gelatine e marmellate; si ottengono anche sottoprodotti per usi cosmetici e medicinali. Le arance rosse di Sicilia presentano un mix perfetto di vitamine e pigmenti vegetali. Contrastano infiammazioni, rallentando i processi di invecchiamento della nostra pelle. Ma non solo: la vitamina C è considerata tra i più potenti antiossidanti presenti in natura, rafforzando il sistema immunitario.

Esistono tre tipologie di arance rosse di Sicilia: arance tarocco, arance moro e arance sanguinello. Le arance tarocco, originarie del territorio di Siracusa, sono sicuramente la varietà più conosciuta e diffusa, grazie al loro sapore dolce. Le arance moro, invece, nascono nel territorio di Siracusa e il loro sapore ricorda quello del lampone. L’arancia Sanguinello, con le sue sfumature rosse, contiene pochi semi e il suo è un sapore particolarmente fruttato. Ogni anno, durante l’ultima settimana di febbraio, quando il ciclo produttivo delle arance rosse è al massimo, a Palagonia, piccolo paese in provincia di Catania, si tiene la sagra dell’arancia rossa di Sicilia. Tutti gli abitanti del piccolo paese addobbano tutte le vie con bancarelle, musica e prodotti gastronomici tipici, dove è possibile degustare spremute d’arancia e ricette a base di arance. Si tratta di una grande festa che celebra gli agrumi siciliani.

 

 

 

Commenti

commenti